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Orange Fake Abstract (Bouguereau)

Orange Fake Abstract (Bouguereau)

Lino Lago

Prezzo di listino €7.100,00
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In offerta Esaurito
Imposte incluse. Spese di spedizione calcolate al check-out.

SUPPORTO: tela

TECNICA: pittura a olio

DIMENSIONI: 60 cm x 50 cm

  • Trustpilot: Eccellente
  • Consegna rapida assicurata entro 48 ore
  • Spedizione Gratuita in tutto il mondo
  • Resi Gratuiti entro 14 giorni

Descrizione a cura del Gallerista

Lino Lago riproduce il capolavoro di Bouguereau, “Gabrielle Cot,” del 1890. L’artista nato a Madrid copre il volto della protagonista con uno strato di tonalità rossa. Lo spiraglio curvilineo, non intaccato dal colore, ci lascia intravedere Gabrielle. Lo sguardo penetrante della fanciulla tocca la nostra anima. I suoi occhi verdi sono di una bellezza straordinaria. La pelle eburnea trasmette delicatezza. Il contrasto tra il velo di colore e l’opera che si scorge è forte. L’accostamento è cacofonico. Un clic al computer che per sbaglio ammanta l’opera. Non si può tornare indietro. L’unico modo per eliminare il colore è cancellarlo. Un altro contrasto tra contemporaneità e passato. Un altro Fake Abstract.

La maestria tecnica di Lino Lago nel riprodurre la signorina protagonista dell’opera di Bouguereau è straordinaria. L’artista, classe 1973, conosce bene la rigidità delle regole accademiche. Infatti, il pittore si è laureato alla scuola di Belle Arti presso l’Università di Madrid. I rigidi insegnamenti appresi nel corso dei suoi studi hanno messo in dubbio le sue certezze sull’arte. I suoi docenti gli insegnano la superiorità dell’arte figurativa accademica rispetto agli altri tipi di arte. Questo concetto viene però confutato da Lino Lago. Per lui, non esiste una tipologia di rappresentazione pittorica che può definirsi superiore. Ed ecco, questo ragionamento fa scattare qualcosa nella sua mente. Perché non provare a far convivere insieme due stili pittorici in antitesi? Perché l’arte deve essere inserita all’interno di rigidi schemi? Perché l’arte figurativa accademica non può fondersi con l’arte astratta? La risposta a queste domande è la sua serie di opere “Fake Abstract.”

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Lino Lago

Scopri l'artista

Lino Lago, spagnolo classe 1973, è sicuramente tra gli artisti contemporanei da tenere sott’occhio. La sua ultima serie, Fake Abstract, ha riscosso un successo mondiale e, i monocromi dalle tinte cangianti e pastello dai quali fanno capolino ritratti classici, hanno fatto impazzire Milano, Parigi, New York, Singapore, Shangai e tutte le principali piazze dell’arte, con quotazioni in continuo rialzo. Il segreto del suo successo? Un’ironia pungente e raffinata, paragonabile a quella di Magritte, una critica dichiarata ai suoi colleghi che si sentono investiti da un ruolo quasi divino- sciamanico a tal punto da risultare finti (da qui la decisione di utilizzare l’aggettivo fake) e il tentativo, ben riuscito, di trasformare la contrapposizione tra arte classica e arte contemporanea in un’armoniosa e divertente convivenza. Il principio alla base dei Fake Abstract, tutti oli su tela che rivelano un’ottima capacità pittorica, è molto semplice. I protagonisti dei quadri, figure rinascimentali appartenenti all’arte più classica, sono letteralmente coperti da uno strato monocolore che ne lascia scoperto solo uno spiraglio. Uno spiraglio che è stato spesso associato al gesto del grattare o all’azione, ordinata e precisa, di una gomma che cancella il nuovo per fare emergere l’antico. La curiosità è propria del genere umano e, davanti a questi volti, o dettagli, che emergono da un abisso di colore non si può far a meno di chiedersi se, Lino Lago abbia effettivamente dipinto l’intero ritratto e poi lo abbia coperto con la foga di Pollock, oppure ci abbia preso in giro limitandosi a dipingere le aree necessarie per ottenere l’effetto sorpresa. Per scoprirlo, appunto, bisognerebbe grattare il resto dell’opera consapevoli, come nelle famose scatolette del Manzoni e in molti altri capolavori dell’arte contemporanea, di dover sacrificare l’opera stessa per la nobile causa della verità. Alla fine, comunque, il risultato è il superamento della perenne frattura tra astratto e figurativo, classico e contemporaneo, in nome di un’arte universale dove non è importante da dove si parta ma il risultato. Un risultato che diverte, fa riflettere e appaga la vista. Senza nessuna pretesa di onnipotenza da parte dell’artista che, smessi i panni del profeta, gioca con il suo pubblico. Nonostante un animo solitario (in una recente intervista ha infatti raccontato di uscire pochissimo e di trascorrere la maggior parte del suo tempo nella sua casa-studio), Lino Lago ha conquistato il mondo dell’arte e del design: ha partecipato a prestigiose fiere internazionali come Arco, Art Miami e l’SH Contemporary di Shangai. Le sue opere sono state esposte in spazi internazionali come la Casa de Galicia di Madrid, il Flint Institute of Michigan e la newyorkese George Adams Gallery. Adorato dalla stampa più glamour, è apparso su Vogue, sul The New York Times Magazine, Vogue Italia. Case arredate con le sue opere sono state spesso protagoniste di AD, anche perché le sue creazioni hanno un’innata capacità di valorizzare qualsiasi ambiente in cui si trovino. Fake Abstract è la serie che gli ha dato fama e successo ma, anche le precedenti sono molto interessanti. Dai Paint over Paint, dove dipinti di Da Vinci, Velasquez, Bronzino e Ingres riprodotti alla perfezione sono arricchiti da macchie di colore o grafiti, agli Attacks raffiguranti accoglienti interni borghesi, o gallerie, invase da una pioggia di vernice, fino agli irriverenti Commented Paintings dove scritte provocatorie, e spesso dissacranti, completano soggetti classici.

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