Daniele Accossato
I soggetti che scelgo sono archetipi, immagini simboliche che risuonano in noi ognuna in un determinato modo.
È importante partire da ciò che abbiamo attorno, da ciò che costituisce la nostra cultura col fine di interiorizzarla, filtrarla e quindi superarla.
Nel citazionismo c’è un sentimento di riconoscenza verso ciò che nella storia è stato considerato Bello.
Nei miei lavori queste icone vengono però in qualche modo maltrattate, celate, costrette, sacrificate.
È questo l’aspetto che scaturisce dal contemporaneo, dalle percezioni del presente.
L’atto simbolico di “rapire” opere iconiche del passato risulta dissacrante. Può rappresentare il bisogno di liberarsi da un’educazione, da una tradizione che in certi casi può essere tarpante, bloccarci in preconcetti e canoni.
Allo stesso tempo è un modo per dare nuova vita, rendere più vicini a noi, più umani, dei simboli considerati intoccabili, inestimabili.
La chiave di lettura della mia ultima serie di lavori è, non tanto nel soggetto centrale (che si riduce ad archetipo), quanto nella sua “cornice”, il contenitore.
Le sculture vengono rinchiuse ed esposte nei loro contenitori da trasporto, casse o gabbie in legno che sono allo stesso tempo prigione e protezione.
Le casse, le gabbie da trasporto, gli imballaggi fanno dell’opera una merce. Qualcosa che verrà spedita, trasportata, venduta e magari rivenduta e ritrasportata ecc.
Emergono dei controsensi:
è davvero possibile che Arte sia anche merce?
L’Arte non è tale in quanto libera?
è possibile che la vera Arte nasca da compromessi?
L’obiettivo principale, la Necessità, è raggiungere con la maggiore immediatezza possibile la tangibilità fisica dell’immagine che più corrisponde all’idea. Per questo prediligo come elemento di partenza la terra, la creta. Da qualcosa di così basilare, di così scontato come la terra si ha la sensazione di poter dare vita a qualsiasi forma. Ci si sente come una sorta di piccolo demiurgo.
Dopo la fase di modellato, quando l’idea incomincia a prende consistenza, è compito dello scultore trovare la soluzione migliore, il compromesso più efficace tra idea originaria, resa tattile, composizione nell’ambiente e fattibilità pratica.
Solitamente mi affido alle tecniche di formatura per definire in materiali duraturi come resine, cemento, bronzo o ceramica.
Ma ciò che è fondamentale è il Gesto. Prima di tutto per chi lo pratica… è terapeutico.
In una società sclerotizzata come la nostra in cui siamo portati a un’iperattività nella mente e nel virtuale, spesso dimentichiamo di dare sfogo a quella parte fondamentale di noi, quella legata al sensoriale con la quale creiamo un legame, una connessione con la realtà. E quindi con gli Altri.
The artist's works
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Box n°4 - David di Donatello
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Wrapped n°4
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Wrapped n°5 - Amore Rapito
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Cage n° 1 - Ala Nike di Samotracia
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Bronzo di Riace - Box n° 2
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