"Filo goliardico" è un’opera densa di simbolismi e significati, nata dalla collaborazione tra Marco Tamburro e Daniele Oldani, che propone una critica profonda e provocatoria alle istituzioni religiose, equiparandole a un grande circo universale. La scena si sviluppa intorno a un’immagine centrale, quella di un equilibrista in smoking che cammina su una slackline, una corda tesa che unisce due guglie, entrambe emblematiche: una appartenente alla Basilica di San Pietro e l’altra a una moschea, rappresentata però in posizione capovolta.
L’equilibrista, disegnato da Tamburro, rappresenta l’individuo che cerca un percorso personale e autentico tra i dogmi e le strutture delle diverse religioni. La slackline è fragile, tesa tra due mondi apparentemente opposti, ma uniti dalla stessa tensione ideologica e dalla necessità di credere. La scelta dell’uomo in smoking, una figura raffinata e impersonale, sottolinea l’universalità del tema: chiunque potrebbe trovarsi a dover camminare su quel filo.
Nella parte superiore della tela, un pagliaccio osserva la scena dall’alto. Dipinto da Oldani, il pagliaccio sembra un burattinaio, una figura ironica e inquietante che simboleggia la teatralità e l’assurdità delle lotte religiose. Il suo sorriso enigmatico richiama l’idea che, alla fine, tutto si riduce a una messa in scena, dove le istituzioni religiose diventano parte di un "circo" globale. La scritta in basso, “Scegli a quale circo credere”, rafforza il messaggio, spingendo lo spettatore a riflettere sul ruolo delle religioni come spettacoli costruiti per affascinare, controllare e influenzare.
Filo goliardico si configura come una denuncia ironica e tagliente, un’opera che sfida il pubblico a prendere posizione o, al contrario, a riconoscere l’assurdità di schierarsi in una disputa che, vista dall’alto, può sembrare soltanto uno spettacolo.