"Equilibrio", un’opera intensa e simbolica nata dalla collaborazione tra Marco Tamburro e Daniele Oldani, si presenta come una riflessione sulla disuguaglianza globale e sull’importanza della consapevolezza. La composizione è suddivisa in due parti distinte, separate da un muro che segna una netta cesura tra due realtà opposte. Nella parte superiore, si staglia una skyline urbana, un paesaggio costruito con il tratto inconfondibile di Tamburro, che con la sua firma pittorica evoca il progresso, la modernità e la civiltà occidentale. Sopra il muro è seduto Pinocchio, raffigurato di profilo in modo che il suo lungo naso, simbolo di menzogna, risulti particolarmente evidente, a sottolineare le falsità e le ipocrisie che attraversano la società.
Sotto il muro, la scena cambia drasticamente, mostrando due bambini appartenenti a mondi diversi. Da un lato, un bambino legato alla cultura occidentale piange, deluso perché non ha ricevuto il gioco che desiderava. Il suo malcontento rappresenta l’insaziabilità e l’ingratitudine che spesso caratterizzano le nuove generazioni, incapaci di apprezzare ciò che possiedono. Dall’altro lato, tra macerie e desolazione, un bambino dall’espressione assente gioca con ciò che ha, utilizzando come giocattolo proprio l’oggetto che il bambino occidentale ha rifiutato. Lo sguardo vuoto del bambino tra le macerie parla di una realtà di privazioni e sofferenze, in netto contrasto con la superficialità e l’abbondanza dell’altro lato.
L’opera, intitolata Think (Pensa), è un appello diretto a riflettere, un invito a guardare oltre le proprie esigenze e insoddisfazioni. È una denuncia rivolta soprattutto alle nuove generazioni, che troppo spesso si perdono nel consumismo e nella ricerca del superfluo, dimenticando che dall’altra parte del mondo ci sono bambini che vivono in condizioni di estremo degrado, privati del diritto all’infanzia e alla felicità.