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Do You Want Coke?

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Fabio Inverni

Prezzo di listino €9.800,00
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In offerta Esaurito
Imposte incluse. Spese di spedizione calcolate al check-out.

SUPPORTO: tela di juta

TECNICA: olio

DIMENSIONI: 120 cm x 100 cm

  • Trustpilot: Eccellente
  • Consegna rapida assicurata entro 48 ore
  • Spedizione Gratuita in tutto il mondo
  • Resi Gratuiti entro 14 giorni

Descrizione a cura del Gallerista

L'opera straordinaria di Fabio Inverni riproduce un iconico cartellone pubblicitario della Coca-Cola, in cui una ragazza è ritratta mentre si appresta a sorseggiare la famosa bibita. La scena, con la ragazza che tiene la bottiglietta di vetro con i guanti, è una rappresentazione fedele di un'immagine pubblicitaria che ha segnato la storia del marchio.
La peculiarità dell'opera risiede nella carta da imballaggio blu che copre parzialmente l'immagine pubblicitaria. Questa carta è dipinta con una precisione tale che sembra strappata, rivelando l'interno marroncino del materiale. Le pieghe e gli strappi della carta creano un effetto tridimensionale, dando l'illusione che l'opera sia un pacchetto reale in fase di apertura.
L'Iperrealismo di Inverni è evidente nella sua capacità di rendere la carta strappata con una verosimiglianza che inganna l'occhio dell'osservatore. Le pieghe, i bordi frastagliati della carta sembrano così reali che l'intera composizione dà l'impressione di essere un pacco che viene scartato. Questa tecnica rafforza l'idea che l'immagine pubblicitaria sia stata protetta durante la spedizione e che l'osservatore stia ora svelando un contenuto prezioso e iconico.

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Fabio Inverni

Scopri l'artista

Fabio Inverni è nato a Firenze il 19 Marzo del 1968. Vive e lavora a Poggio a Caiano. Figlio di Francesco Inverni, pittore e insegnante di Ornato e Figura presso il Liceo Artistico di Firenze fino al 1991. Grazie al padre, Fabio Inverni sviluppa un’innata passione per la pittura da autodidatta. Durante la sua infanzia, frequenta gallerie, circoli d’arte e accompagna il padre nella visita di varie mostre importanti, tra cui la Biennale di Venezia del 1978. Nonostante viva l’arte, in senso “intimo familiare” si avvicinerà più tardi alla pittura. Frequenta l’Istituto Tecnico Industriale “T. Buzzi” a Prato e si diploma nel 1988. Nel 1989 si trasferisce a Roma e lavora presso la “Faro Disegni” come designer di tessuti. Vi rimane fino al 1991, anno che caratterizzerà definitivamente la sua vita. Suo padre muore precocemente. Con questa amara realtà, Inverni decide di avvicinarsi alla pittura. Influenzato dai dipinti del padre i suoi primi lavori nascono da un interpretazione personale delle “scene di genere” inserite in un contesto del tutto onirico e non finito. Nel 1992 frequenta gli artisti della storica “Saletta Ambra” di Poggio a Caiano, e vi realizza nello stesso anno la sua prima mostra personale curata da Stefania Laurenti. Le sue nature morte e i suoi paesaggi emergono dalla tela con la “materia” di cui sono fatti e la luce è crepuscolare e diafana, tutto è malinconico ed i contorni degli oggetti vengono sgretolati come un ricordo. Tutto il primo periodo di Inverni è proiettato verso la malinconia e il ricordo. Il 1995 segna l'inizio della carriera americana di Fabio Inverni. Grazie al pittore italo-americano Benini, si reca negli Stati Uniti per due mesi, dove lavora a diverse opere commissionate da collezionisti d'arte a Hot Springs (Arkansas). Durante questo periodo, realizza anche diverse mostre personali, tra cui una presso la "Herr Chambliss Fine Art Gallery" a Shreveport (Louisiana) e un'altra alla "Casa d’Arte Gallery" nel 1997. Nel 1998, partecipa alla fiera "Europ’Art" di Ginevra e organizza una personale alla galleria "Arte Renaca" a Viña del Mar, in Cile. Nel 2003, oltre a varie mostre personali in Italia, viene invitato a esporre insieme a sei artisti italiani al "Grace Museum" di Abilene (Texas). Nello stesso anno, organizza una personale alla "Leonard Fine Art Gallery" di Hot Springs (Arkansas), dove riceve l'onorificenza di Ambasciatore dell'Arkansas. Sempre nel 2003, espone anche in Belgio, a Knokke, presso la "D'Haudrecy Art Gallery". Nel 1999, torna negli Stati Uniti, esponendo nuovamente a Hot Springs presso la "Talbot Engman Gallery" e a Shreveport alla "Casa d’Arte Gallery". Nello stesso anno, è anche a Madrid presso la galleria "Nuevo Grial". Nel 2001, realizza una personale alla "La Cima Club Gallery" di Irvine (Texas) e alla galleria "Fabio’s" a Raleigh, in North Carolina. Partecipa inoltre a una collettiva importante per il gemellaggio tra Poggio a Caiano e Charlottesville, che inizia alle "Scuderie Medicee" a Poggio a Caiano e si conclude nel 2002 al "McGuffey Art Center" a Charlottesville (Virginia). La sua esperienza americana continua a San Francisco presso la "Exotic Fine Art Gallery" e alla Benini Foundation di Johnson City (Texas). Il 2004 è un anno di svolta per Inverni, la sperimentazione artistica oltre al paesaggio e alle nature morte si sposta, pur rispettando i suoi canoni identificativi, verso l’iperrealismo. La malinconia si fa spazio nella maturazione artistica di Inverni e le suo opere diventano più eloquenti adesso parla, non più per evocare un ricordo, ma alle emozioni del singolo spettatore, che dentro il silenzio di questi quadri ritrova un significato intimistico. La “non parola” che ci viene trasmessa dalla “precarietà” di questi fogli dipinti, ha in sé la precarietà dell’uomo, della società che si chiude a volte in un mondo infantile per ritrovare nel disordine un po’ di quell’ingenuità persa, fino ad arrivare all’esorcizzazione di carte a noi comuni usate o semplicemente abbandonate, corrose e indurite dal tempo, simbolo forse dell’uomo abbandonato a se stesso. Nel 2005 è presente ad una personale nel castello di Santa Margherita Ligure e nel 2006 è invitato alle “Terza Biennale Nazionale d’Arte Sacra Contemporanea” a Pistoia curata dal critico Giampaolo Trotta e partecipa per la prima volta alla Fiera di Verona “ Art Verona”. Nel 2007 espone a Boca Raton (Florida) con la galleria MOdenarte. Dal 2007 al 2010 è presente in molte fiere nazionali ed estere: Macef (Milan), Fiera Arte Padova (Padova), Art Verona (Verona), N.Y. expo (New York), Fiera di Düsseldorf (Germania)ed in importanti collettive nazionali tra cui: Il Museo d’Arte Contemporanea di Monreale (Palermo), la Rocca di Cento (Cento- Ferrara), il museo d’Arte Contemporanea L.U.C.C.A (Lucca), il Cassero Medievale a Prato; proprio nel 2010 inizia un progetto, concluso nel 2011, con la galleria Famiglia Margini chiamato Terzo Rinascimento che lo porta ad esporre con altri artisti n importanti palazzi pubblici tra cui: il Palazzo Ducale di Urbino e la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Aci Castello (Catania) e che si conclude a Milano presso la sede della galleria stessa. Nel 2010 Inverni viene selezionato insieme ad altri artisti per la realizzazione di una collettiva pubblica “itinerante” chiamata 50 pittori 50 cantanti che è stata presente: al Palagio di parte Guelfa a Firenze e a Palazzo Cardi a Cortona (Arezzo) che si è conclusa nel 2011, sempre nel 2011 è selezionato tra gli artisti Italiani alla 54. Biennale di Venezia conclusasi a Torino al “ Palazzo delle Esposizioni”Nel 2013 per i venti anni della sua carriera viene invitato ad esporre le sue opere a Hot Spring culla della prima esperienza Americana e sempre nel 2013 a San Francisco partecipa a delle collettive in varie gallerie. Nel 2015 fa parte della collettiva “Vitamine” (Archivio Carlo Palli) inaugurata a Firenze al Museo Del Novecento (catalogo edizioni Polistampa) Le sue opere sono in importanti collezioni pubbliche e private.

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