Jeff Koons
Jeffrey Koons, in arte Jeff Koons, nasce il 21 gennaio del 1955 in Pennsylvania. I genitori, appassionati di arte, lo spronano verso una carriera artistica che sfocia nell’iscrizione al prestigioso Chicago Art Institute, sotto la guida di Ed Pasche, docente e artista di grido. Dopo la laurea all’Art School di Baltimora, approda a New York dove viene assorbito dalle avanguardie e dal clima di rivoluzione artistica. e culturale. Ammaliato dalle opere, e dalle personalità, di Martin Kippenberger e Robert Smithson, lascia il figurativo per dedicarsi a una pittura astratta, concettuale e materica. Il 1980 è l’anno della consacrazione come artista: The New, la sua installazione esposta a New York, fa impazzire pubblico e critica. La scultura, fatta da aspirapolveri trasformati in opera d’arte, recupera l’idea del ready made Duchampiano, della factory di Andy Warhol e, in generale, dell’oggetto comune, anche abbastanza povero, che diventa arte. Il mondo dell’arte newyorkese, lo incorona il nuovo Andy Warhol. Nel 1991 incontra, e sposa, Ilona Staller, alias Ciciolina, una delle pornodive più famose, e iconiche, con la quale dà vita, e pubblica, una serie di scatti erotico-artistici. L’idea è quella di portare, e trasformare, in arte la vita vera, con le sue pulsioni spesso contrastanti. Le foto vengono esposte alla Biennale di Venezia nel 1990. Ispirato, e motivato, crea quindi Puppy, la maxi-scultura a forma cane composta da 70.000 fiori. L’opera, alta 13 metri, è un caleidoscopio di colori e profumi che inneggiano alle cose positive: amore, gioia, lealtà e felicità. Al cane vengono progressivamente affiancate il coniglio, il cigno e la scimmia. Uno zoo, declinato, e lavorato, nei materiali più disparati: pittura, plastica, palloncini, marmo, ferro, acciaio e porcellana. La serie delle sculture, chiamate Celebration Sculptures, sono un’evocazione dell’infanzia, delle feste di compleanno dei bambini e, in generale, della bellezza della vita. A livello concettuale, esse rappresentano la volontà di creare un’arte democratica, comprensibile a tutti e in grado di coinvolgere per la sua immediatezza e semplicità. Ovviamente, accanto all’arte celebrativa, convive una sottile critica al consumismo, alla società occidentale ossessionata dal possesso e dal denaro. La stessa società che lo ha reso un uomo ricco con collezionisti disposti a spendere milioni per una delle sue opere. Critica sociale e allegria convivono e, alla fine, trovano un punto di incontro in un’arte che è specchio, interprete e figlia del nostro tempo. E alla quale, come a un figlio vivace e un po’ birbante, si perdona consapevoli che nessuno sia meglio di lui. Inutile dire che Jeff Koons sia uno degli artisti viventi più famosi, collezionati e amati.