TOMMY DE FALCO

TOMMY DE FALCO
Tommy De Falco (Napoli, 1965) è un artista che racconta e celebra la nostra società. Le sue opere, profondamente stratificate e materiche, sono dominate da un’esplosione di colori e forme, in un’eterna primavera cromatica che porta in scena le icone, gli status symbol e gli eroi dagli anni 60 ai giorni nostri.
Dive di Hollywood, must have dei brand di moda più in voga uniti a personaggi dei cartoni animati e dei fumetti, sono senza dubbio i suoi soggetti preferiti.
Di lettura apparentemente immediata – chi non conosce, e non ama, l’ultima creazione Gucci piuttosto che il volto di Marylin – in realtà i suoi quadri nascondono un intelligente, raffinato e divertente gioco di relazioni tra gli elementi che li compongono.
Qual è il rapporto tra Marylin vestita di Gucci, una boccetta di Chanel numero 5 e il loro sfondo, una parete urbana ricoperta di grafiti dove spicca la parola Xanax? E che cosa lega Barbie alla scritta Trump, cancellata e trasformata in Ken, incollati su una Bandiera Americana alla Jasper Johns e un motivo Vuitton? Una semplice questione di moda…o un riferimento alle relazioni tra Europa e Stati Uniti?
Allo spettatore il compito di scoprirlo. Perché in fondo, le opere di Tommy de Falco, sono dei rebus che vanno risolti da un pubblico chiamato a svolgere un ruolo importante: quello di dare un senso, e un significato, all’opera stessa.
Tecnicamente, l’artista non ha niente da invidiare ai grandi maestri del collage. Ogni lavoro è il frutto di una studiata, sovrapposizione di ritagli di giornali lavorati con stencil, inchiostri, vernici fluorescenti e spray, completato da un passaggio pittorico rigorosamente a mano libera. Inutile dire che Tommy de Falco non ha mai creato due opere uguali. Anche volendo – e lui non lo vuole- sarebbe impossibile.
Nato con l’amore per tavolozza, colori e matite, l’artista compie studi artistici. Esordisce come art director in prestigiose agenzie pubblicitarie ma, nonostante una carriera promittente, abbandona tutto per il richiamo dell’arte.
La prima serie va a pescare vecchie auto ammaccate dai depositi degli sfasciacarrozze e le dipinge su tele lacerate e bruciate, rese ancora più vive da applicazioni povere come juta e carta o colate di colore e ruggine.
Dopo lavori dedicati al corpo femminile e ai paesaggi, filtrati in una visione onirica e introspettiva, scopre il pop. Nasce così Social Vanity, i lavori che gli danno una fama internazionale.
Esposto e rappresentato in tutto il mondo, Tommy de Falco rappresenta davvero un ottimo investimento con quotazione ancora contenute, destinate certamente a salire.